Ossimo, fotografie tra memoria e nostalgia “La gente nel libro fotografico”

La gente nel libro fotografico

Foto di gruppo, di svago, nuclei familiari e momenti di vita quotidiana
Chi ha qualche anno in più si potrà sicuramente riconoscere in una delle tante fotografie e magari potrà raccontare come si viveva ai propri nipotini e potrà offrire lo spunto per pensare al passato, ai ricordi, alla “polenta” consumata su tavole in cui l’amicizia brillava come il vino dentro i calici.
Queste immagini hanno il potere di fermare lo sguardo e di trasmettere una verità che va oltre l’autenticità della testimonianza, una verità fatta anche dei suoni del passato che non possiamo udire, delle parole che non possiamo decifrare, delle infinite identità e storie che ci appaiono sospese in un attimo congelato nel tempo.
Il bello e, talvolta, il brutto di Ossimo nel corso dei decenni nei vari campi della sua vita sociale, economica e culturale scorrerà davanti ai nostri occhi con questa raccolta antologica-tematica.
Ossimo ripensa al suo passato, fissando visi e luoghi che ne hanno segnato la trasformazione.

Subito dopo il matrimonio succedevano le nascite, e l’attesa per le donne di Ossimo era generalmente assai breve. Il parto avveniva di regola in casa, con l’assistenza di una levatrice o delle vicine.
Appena le possibilità economiche lo permettevano si acquistava l’organzino che era il cotone dell’Olcese, considerato il filato più bello e vi si facevano delle lenzuola che poi venivano ricamate.

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